Le Illustrastorie: I punti cardinali
Qualche giorno fa io e Nicoletta abbiamo pubblicato l’ultima storia illustrata del primo tema del nostro progetto, le Illustrastorie. Se ci segui su Instagram sai che si basa su un concetto primario, la personificazione e che il tema che abbiamo scelto per cominciare è “I punti cardinali“.
Nicoletta ha sviluppato quattro caratterizzazioni per i quattro punti cardinali, la storia di quattro sorelle, Nord, Sud, Est e Ovest. Io ho cercato di dare vita a quelle parole con una serie di illustrazioni semplici e colorate.
Quando abbiamo deciso di sviluppare diversi micro-temi legati tra loro, io ho pensato a come riuscire a rendere le diverse serie riconoscibili tra di loro. Come illustratrice non sono ancora riuscita a definire uno stile unico; o meglio, tendo a caratterizzare i miei disegni in base ai sentimenti, alle emozioni che mi suscita il tema trattato, si è un po’ contorto come ragionamento lo so. L’unica cosa che però mantengo sempre è il tratto definito, la ricerca di semplicità e essenzialità, e il colore ovviamente. Colori diversi esprimono emozioni diverse, e parlano di sentimenti diversi.
Per questo primo tema mi sono ispirata alle illustrazioni vintage, alla loro staticità ed eleganza, amo quello stile, secondo me le donne di George Lepape o George Barbier per citarne due, sono così essenziali e ricche di dettagli allo stesso tempo e riescono a raccontare tanto. Entrambi hanno lavorato anche per riviste di moda o abbigliamento, ed è stato proprio quello il punto di partenza, quello che ha fatto scattare qualcosa in me.
Quando ho letto Nord, ho pensato a lungo a come caratterizzarla ed esprimere appieno la sua malinconia e non so perché esattamente (forse in quel momento ero anche io malinconica), ma mi sono ritornate alla mente delle vecchie riviste di mia nonna, io adoravo sfogliarle ed è stato su quelle riviste che ho visto per la prima volta illustrazioni del genere. E bhe da quel ricordo alla nascita di Nord è stato un lampo. Da quelle illustrazioni anni ’20 – ’30 ho estrapolato le forme longilinee, essenziali, la scelta di avere pochi colori base e quella sorta di staticità.
Leggi la storia di Nord
Una pioggia di minuscoli fiocchi di neve si posò sui suoi lunghi capelli color indaco a formare una costellazione. Piccole stille di ghiaccio intonate ai suoi occhi grigio perla, il profumo di vaniglia diffuso nell’aria e lo sguardo rivolto verso le montagne innevate.
Nord adorava passeggiare lungo le sponde del lago ghiacciato, stretta stretta nel suo cappotto di pelliccia, con gli stivali blu che affondavano pesantemente nella neve; eppure quel pomeriggio aveva l’aria malinconica. Fece il giro più lungo per tornare a casa, senza riuscire ad apprezzare il paesaggio invernale suggestivo che tanto le era caro, e quando si ritrovò dinnanzi alla baita che – ormai da due anni – era casa sua, si bloccò all’inizio del vialetto. Fissò la porta di quercia per qualche istante, spostò poi lo sguardo sull’altalena appesa sotto il porticato, e ancora vide, senza guardarla davvero, la cassetta della posta con i loro nomi…
Non riusciva ancora a guardare quel rifugio come aveva fatto fino a due mesi prima; la notte non dormiva, si girava e rigirava nel letto e al mattino si alzava più stanca della sera precedente. I suoi vestiti erano ancora nell’armadio, a fissarla atrocemente, come a ricordarle che adesso era sola e il sol pensiero di entrare in casa e caricarsi dello sguardo accusatorio dei suoi ricordi le fece fare dietrofront. Si diresse dalla parte opposta rispetto a dove era venuta e con grandi falcate tagliò in obliquo la foresta; dopo quelli che sembrarono minuti interminabili, raggiunse il piccolo cancello di ferro battuto, lo spinse leggermente ed entrò.
Raggiunse una radura all’interno del cimitero, si accasciò sulle ginocchia e la lapide di marmo freddo e ghiacciato con inciso il nome di Settentrione – il suo defunto sposo – le restituì lo sguardo. “Forse dovrei chiamare le mie sorelle…?” chiese sussurrando al marito, sfiorando appena la sua foto. Una brezza gelida e fugace le sferzò il viso e, seppe in cuor suo, che Settentrione le aveva risposto di sì.
Nord è stata la prima illustrazione a cui ho lavorato, per lei avevo in mente tante cose, poi ho eliminato tante di quelle cose… Sapevo che il suo colore era il blu, freddo, calmo e tranquillo.
Leggi la storia di Sud
Guardava il mare con espressione sognante: lo specchio d’acqua rifletteva la luce sulla pelle imbrunita dal sole caldo, l’orizzonte si perdeva nei colori dell’azzurro, del verde acqua e del turchese, e la brezza marina le fece scivolare un ricciolo biondo sulla fronte; se lo portò dietro all’orecchio distrattamente, un gesto che faceva spesso senza nemmeno rendersene conto. Il sole era ancora alto in cielo e il caos della città sembrava molto lontano, infatti riusciva a percepire soltanto l’infrangersi delle onde sul bagnasciuga; alzò lo sguardo ad inseguire un gabbiano che planava su uno scoglio e si destò dalla sua lunga riflessione.
Sud era uno spirito libero, non amava le regole, viveva alla giornata e si affidava sempre al suo istinto, forse per questo era stata la prima a lasciare la casa di famiglia con in spalla il suo zaino giallo e tanti sogni da rincorrere. Aveva viaggiato tanto lungo tutte le coste del mondo e non si era mai stancata del mare: era un po’ il suo elemento dopotutto.
Guardò l’orologio dal cellulare, ancora un po’ pensierosa, e dopo pochi attimi, come se l’interlocutore sapesse che lo stava tenendo tra le mani, le arrivò un messaggio: “Nord ha bisogno di noi”. Il cuore iniziò a batterle forte, quelle poche parole le avevano innescato un meccanismo di ansia e allo stesso tempo di gioia. Non vedeva le sue sorelle da anni eppure in quei giorni si sentiva inquieta, come se una parte di lei si sentisse in agitazione senza un motivo apparente.
Vuoi vedere che, dopo tutto, lei e le sue sorelle erano sempre connesse empaticamente?
La creazione di Sud invece è stata un po’ tormentata, ci ho messo un po’ a trovare la palette colori per lei, infatti alla fine è stata Nicoletta a suggerirla. Arancio… così tagliente, scattante, espansivo. Esattamente l’opposto del blu di Nord, e bhe era perfetto per lei.
Leggi la storia di Est
Leggeva un libro dalle pagine che profumavano di antico, sdraiata sul prato con indosso il suo vestitino rosso che tanto si abbinava al rosa dominante del paesaggio. La crocchia sistemata di capelli corvini era tenuta su da due bacchette marroni e i piedi nudi si muovevano a ritmo di qualcosa che suonava soltanto nella sua testa. Il ciliegio in fiore sotto cui Est era intenta a leggere quello che sembrava il millesimo libro della sua vita, era rigoglioso e magnifico: la chioma dell’albero, insieme a tutti gli altri all’interno del parco, proiettava una luce rosa e rilassante su tutto il manto d’erba intorno a lei.
Ad un tratto, un leggero venticello smorzò l’atmosfera, Est ebbe un brivido – ma non si curò di indossare il golfino bianco poggiato sulla sua borsa – e alcuni petali si librarono nell’aria fino a raggiungere il laghetto.
Est era così immersa nella sua lettura che neppure i passanti chiassosi la destarono dal mondo in cui era entrata… Aveva l’abitudine di estraniarsi ovunque si trovasse: che fosse con un libro, con la musica o semplicemente con il pensiero. Est era, infatti, la più timida e introversa delle sue sorelle, quella che a scuola studiava tanto e non andava alle feste, quella che teneva un diario segreto sotto il cuscino, quella che sognava in grande senza mai avere il coraggio di spiccare il volo. Est era anche la sorella più legata a Sud, “sua uguale e contraria” come sottolineava sempre quest’ultima. E fu proprio Sud a riportarla sulla terra ferma – lontana dall’ipnotica lettura in cui stava passeggiando – con una telefonata breve ma carica di emozioni e significato: dovevano incontrarsi con le loro sorelle.
Dopo tutto questo tempo? Est non era affatto pronta.
Est ha visto la luce velocemente, mentre leggevo le parole di Nicoletta si è formata già nella mia mente la sua sagoma sospesa tra i rami di un albero. Per lei ho scelto il rosa, dei fiori di ciliegio certo, ma anche perché esprime serenità, pacatezza.
Leggi la storia di Ovest
Seduta vicino al finestrino, si stava torturando una ciocca di capelli rossi: era ansiosa, tesa e muoveva incessantemente il piede destro. La signora di mezza età seduta accanto a lei la guardò di traverso ma non disse nulla. Le hostess invitarono i passeggeri ad allacciare le cinture e, sotto la voce guidata, iniziarono a fornire tutte le indicazioni per l’uso della mascherina di ossigeno, il giubbotto di salvataggio e le vie di uscita. Ovest lanciò loro un fugace sguardo e riuscì soltanto a pensare “Si parte o no?!”. Era la ribelle della famiglia, quella che non aveva peli sulla lingua e non guardava in faccia a nessuno; quella che sputava sentenze amare anche non richieste; quella che doveva avere sempre il controllo di tutto. Quando, però, si trattava dei suoi affetti Ovest mostrava tutto il suo cuore puro – come quello che portava sempre al collo con un laccetto di caucciù.
Chiuse i suoi grandi occhi marroni e inspirò profondamente; espirò e li riaprì mentre dall’oblò salutava il sole che tramontava. L’aereo finalmente decollò e Ovest si rilassò pensando che in meno di quattro ore avrebbe rivisto la sorella. Anzi, le sorelle. Non vedeva Est e Sud da quelli che sembravano secoli e l’idea di poterle finalmente riabbracciare e di trovarsi tutte e quattro insieme la rincuorò parecchio. Era l’unica delle quattro a restare sempre in contatto con tutte, informata sulle loro vite quasi più di loro e che aveva sempre una battuta tagliente per farle riprendere dagli smacchi. Ma cosa avrebbe mai potuto dire a Nord? Di certo non qualcosa di tagliente… Si arricciò di nuovo una ciocca di capelli e infilò le cuffie: “My heart will go on” di Celine Dion rimbombò nelle sue orecchie e Ovest si rese conto che la riproduzione casuale dell’apparecchio sapeva esattamente come parlare alla sorella. Col cuore.
Per Ovest i colori sono stati un dramma inizialmente, ero partita dai toni del verde abbinandoli al marrone e al rosso vivo per i capelli, ma qualsiasi tonalità le davo mi sembrava sempre troppo “anticheggiante” e per lei invece avevo in mente qualcosa di più moderno. Poi di colpo, il rosa, un fucsia forte, squillante, dal quale poi ho scelto gli altri abbinamenti cromatici.
Ho amato tantissimo dare vita a queste quattro sorelle, e non so davvero quale sia la mia preferita, forse Nord, la tua? 🙂
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